TÚY QUYỀN - BOXE DELL'UBRIACO
L'Arte del Combattimento Ubriaco
Il Túy Quyền (醉拳), noto anche come “Boxe dell’Ubriaco” o “Stile dell’ubriaco“, è un affascinante e antico stile di combattimento che unisce abilità marziali a un’estetica coreografica unica, dove i movimenti mimano l’andamento e l’atteggiamento di una persona ubriaca. Questa disciplina, che trova le sue origini nelle arti marziali cinesi, è diventata celebre non solo per la sua complessità tecnica, ma anche per la sua rilevanza culturale e artistica.
Performance by
Võ sư NGUYỄN VĂN ÚT – Scuola Bình Định Gia
LA FILOSOFIA DEL TÚY QUYỀN
Una delle caratteristiche più distintive del Túy Quyền è l’apparente stato di ubriachezza del praticante. Tuttavia, come indica il proverbio legato a questa disciplina, “l’ubriachezza è solo apparente”. Il vero maestro del Túy Quyền non è affatto ubriaco, ma mantiene un controllo completo del corpo e della mente, utilizzando movimenti ingannevoli per disorientare l’avversario.
Questa filosofia è stata resa celebre in tutto il mondo dal film “Drunken Master” del 1978, interpretato da Jackie Chan, che ha portato il Túy Quyền alla ribalta nel cinema internazionale. Il film ha mostrato come l’apparente disordine dei movimenti nasconda in realtà una precisione letale, trasformando il Túy Quyền in una delle forme di combattimento più iconiche del cinema marziale. Una seconda pellicola, “Drunken Master II”, del 1994, ha ulteriormente consolidato la popolarità di questa tecnica.
TÚY BÁT TIÊN: ISPIRAZIONE DALLA MITOLOGIA
Uno degli stili più noti del Túy Quyền è il Túy Bát Tiên (醉八仙), o “Boxe degli Otto Immortali Ubriachi”, che si ispira alle leggende taoiste. Secondo la tradizione, gli Otto Immortali (八仙) – figure leggendarie della mitologia cinese – incarnano ognuno un particolare aspetto della lotta, che viene espresso attraverso movimenti specifici e tecniche marziali.
Le tecniche di combattimento della Boxe degli Otto Immortali Ubriachi (醉八仙拳) si rifanno alle personalità e alle caratteristiche mitologiche di questi immortali:
- Hán Chung Ly (漢鍾離) imita il cammino traballante e incerto, come chi porta con sé un’anfora di vino.
- Trương Quả Lão (張果老) effettua lanci e calci repentini, evocando l’energia caotica del combattente ubriaco.
- Lã Động Tân (呂洞賓) esegue movimenti potenti, come chi sostiene un’enorme bottiglia.
- Lý Thiết Quải (李鐵拐) ruota e contrattacca con i gomiti, mentre sembra cadere o barcollare.
- Hàn Tương Tử (韓湘子) combina i movimenti del suonatore di flauto con colpi improvvisi e schivate.
- Lam Thái Hòa (藍采和) alza un calice, unendo grazia e aggressività.
- Hà Tiên Cô (何仙姑) riproduce i gesti delicati del musicista e guerriero, sorprendendo con contrattacchi improvvisi.
- Tào Quốc Cữu (曹國舅) colpisce la gola dell’avversario con un movimento preciso, imitando il brindisi di un calice.
L'ARTE MARZIALE E L'ESTETICA DEL "NON COMBATTIMENTO"
Questo stile di combattimento è tuttora praticato in alcune regioni della Cina come Pechino, Shanghai, Sichuan, Shaanxi, Shandong e Hebei, e persino in Vietnam, dove esistono scuole che insegnano il Túy Quyền come parte delle loro tradizioni marziali.
TÚY QUYỀN E LA CULTURA DEL VINO
L’elemento dell’ubriachezza in questa disciplina non è casuale. In molte culture, il vino rappresenta un ponte tra la sfera umana e quella spirituale, e viene spesso associato a poeti, filosofi e guerrieri. Nella letteratura vietnamita e cinese, molte poesie celebrano l’atto di bere come momento di riflessione esistenziale e liberazione dall’ordinario.
Ad esempio, il poeta Lý Bạch (李白), celebre per le sue poesie che esaltano la bellezza del vino e il distacco dal mondo terreno, con i suoi versi dipinge un’immagine della vita che si intreccia con il tema del vino. Lo stesso atteggiamento può essere rintracciato nel Túy Quyền, dove la confusione apparente si tramuta in maestria tecnica e controllo interiore.
CONCLUSIONI
Il Túy Quyền, con le sue radici mitologiche e filosofiche, rimane uno degli stili più unici e intriganti delle arti marziali. La sua combinazione di movimento fluido, finte e sorprendente efficacia rappresenta un’arte che non solo affascina per la sua estetica, ma incarna profondi valori culturali e filosofici. Anche se il suo impiego nelle competizioni moderne può essere limitato, l’eredità del Túy Quyền continua a ispirare praticanti e appassionati, mantenendo viva una tradizione millenaria.
Con il successo di film come Drunken Master del 1978 e Drunken Master II del 1994, il Túy Quyền continua ad affascinare generazioni di appassionati di Kung Fu, dimostrando come l’apparente caos possa trasformarsi in una forma d’arte marziale incredibilmente efficace.